HIGHLIGHTS
Purpose e Valori
2–3 OTTOBRE 2019
UN’INSTALLAZIONE DI THEASTER GATES
AL 180 THE STRAND
CON COLLECTIVE INTIMACY
UN PROGRAMMA LIVE IN COLLABORAZIONE CON
THE VINYL FACTORY E THE SHOWROOM, LONDRA
Prada presenta la terza edizione di Prada Mode, un club privato itinerante dedicato alla cultura contemporanea che offre ai propri membri l’accesso esclusivo a eventi artistici unici, con musica, food experience e dibattiti. Prada Mode è pensato come un club che arricchisce e amplia progetti culturali di risonanza globale in diverse città del mondo. L’appuntamento inaugurale del club nel dicembre 2018 ha coinciso con Art Basel a Miami Beach, seguito da una seconda edizione in occasione di Art Basel: Hong Kong nel marzo 2019.
Il 2 e 3 ottobre Prada Mode London approda al 180 The Strand, il celebre edificio brutalista nel cuore della città, con un programma dinamico di mostre ed eventi. L’artista americano Theaster Gates presenta un nuovo capitolo di Black Image Corporation, un progetto che esplora la rappresentazione visiva e culturale dell’identità Black attraverso l’eredità delle riviste Ebony e Jet e gli archivi della Johnson Publishing Company, i vecchi negozi di dischi della città natale dell’artista – il South Side di Chicago – e la travolgente energia creativa che scorre nelle strade di Londra.
Theaster Gates ha riattivato alcuni spazi di Chicago e ha sviluppato progetti collaborativi in tutto il mondo, vere e proprie piattaforme che ospitano collezioni d’archivio e vedono la partecipazione di diverse comunità che possono così dare vita a nuove connessioni e crescere insieme. L’intento dell’installazione è creare un nuovo spazio in cui arte, architettura, musica e vita quotidiana s’incontrano offrendo al pubblico l’opportunità di riunirsi, ascoltare, riflettere e conversare, esplorando al contempo le metodologie di riqualificazione urbana e l’attivazione delle comunità, temi centrali nella pratica di Gates.
Prada Mode lancia inoltre Collective Intimacy, un programma live di performance e dibattiti organizzato in collaborazione con The Vinyl Factory e The Showroom, entrambi con sede a Londra. Fondato sul pensiero sviluppato da Gates intorno ai concetti di collettività e unione, Collective Intimacy si ispira a una molteplicità di storie dell’universo Black di oggi per sviluppare una visione del mondo cosmopolita. Questo programma esclusivo comprende interventi interdisciplinari di artisti, musicisti, produttori culturali, collettivi e membri del pubblico, che alterano le nozioni di unità e individualità con l’intento di creare una comunità globale temporanea.
Gli spazi progettati da Gates innescano innumerevoli possibilità di coinvolgimento di cui i membri di Prada Mode possono beneficiare durante la due-giorni: una sala proiezioni con i nuovi film dell’artista accanto a una selezione di video di artisti emergenti; una postazione DJ in cui The Vinyl Factory Radio e Collectives, gruppo di creativi con base a Londra, conducono sessioni radio e suonano dischi dalla collezione di Dr Wax di Gates; un Mississippi Shack, un capanno con oggetti in ceramica in cui gli ospiti possono intraprendere conversazioni più raccolte; e il Temple, dove prendono vita performance artistiche e musicali diffondendosi nei dintorni. Queste aree sono inframmezzate da un’installazione composta da oggetti e mobili di Gates emblematici delle metodologie di riqualificazione urbana e attivazione della comunità alla base della sua pratica. Oggetti provenienti da Chicago pervasi di storie intense, usi e luoghi entrano in risonanza con l’iconico design londinese, come una dichiarazione d’amore tra due città sotto il tetto di una nuova Casa.
Dibattiti e proiezioni vedono la presenza di figure di riferimento e collettivi del campo della moda, della letteratura e dell’arte, come Grace Wales Bonner, Larry Achiampong, Phoebe Boswell, POSTSCRIPT e Thick/er Black Lines, il tutto accompagnato da performance dal vivo di danza, canto, musica e poesia. Fra i performer, Julianknxx, Nephertiti Oboshie Schandorf e Inua Ellams.
PRADA MODE
Prada Mode è un club privato itinerante che offre ai suoi membri un’esperienza unica ponendo l’accento sulla cultura contemporanea contemporaneità. Pensato come un progetto che arricchisce e dà risonanza a eventi culturali di rilevanza globale in diverse città del mondo, Prada Mode propone ai propri ospiti l’accesso esclusivo a programmi e contenuti unici che si integrano con i temi e gli argomenti proposti dall’evento ospitante. Prada Mode fornisce in anticipo ai membri credenziali e inviti speciali per tutti gli eventi presenti e futuri. L’appuntamento inaugurale, Prada Mode Miami, si è tenuto dal 4 al 6 dicembre 2018 al Freehand Miami, una meta esclusiva e un rifugio discreto ed elegante dalla frenesia del fitto programma culturale di Art Basel Miami Beach. L’intero club ha ospitato un intervento sitespecific di Theaster Gates, un’esperienza fatta di musica, riflessione e recupero archivistico. In occasione di Art Basel Hong Kong, il 27 e il 28 marzo 2019 Prada Mode ha presentato al terzo piano del Barrack Block di Tai Kwun un programma di eventi speciali tra cui un allestimento inedito del progetto Prada Invites e l’installazione Dolls’ House della fotografa Jamie Diamond, oltre a conversazioni su temi d’attualità.
THEASTER GATES
Theaster Gates vive e lavora a Chicago, dove si occupa di teoria dello spazio e sviluppo del paesaggio, scultura e performance. Nel 2010 ha fondato Rebuild Foundation, organizzazione no profit per il sostegno delle comunità attraverso la riqualificazione dei quartieri e lo sviluppo di programmi e servizi dedicati all’arte e all’istruzione. Molte delle iniziative della Fondazione sono state dedicate al South Side di Chicago, in particolare attraverso la costituzione di centri e archivi per la cultura Black per stimolare il dibattito sui concetti di razza, uguaglianza, spazio e storia. Noto per la riattivazione di patrimoni culturali del mondo dell’arte, Gates investiga la possibilità di una “vita dentro le cose”, sovvertendo i valori dell’arte, del paesaggio e dell’uomo. In tutti gli aspetti del suo lavoro è centrale il concetto di spazio Black inteso come esercizio formale, definito cioè dal desiderio collettivo, dall’azione artistica e dalle strategie del pragmatismo. Le sue attuali collaborazioni con la University of Chicago, il Getty Research Institute di Los Angeles e il Colby College di Waterville, nel Maine, hanno permesso di realizzare con successo i primi progetti negli ambiti del servizio pubblico, dell’urbanistica e degli studi religiosi. Mostre e performance di Theaster Gates sono state presentate presso: Palais de Tokyo, Parigi (2019); Gropius Bau, Berlino (2019), Sprengel Museum Hannover (2018); Kunstmuseum Basel (2018); National Gallery of Art, Washington D.C., USA (2017); Art Gallery of Ontario, Canada (2016); Fondazione Prada, Milano (2016, 2017); Whitechapel Gallery, Londra (2013); Punta della Dogana, Venezia (2013) e dOCUMENTA (13), Kassel (2012). I suoi lavori fanno parte di collezioni pubbliche tra cui Tate Modern, Londra; Whitney Museum of American Art, New York; Museum of Modern Art, New York; Museum of Contemporary Art, Chicago; e Marciano Art Foundation, Los Angeles. È stato insignito del premio Artes Mundi 6 e della Legion d’Onore nel 2017. Di recente ha ricevuto il Nasher Prize for Sculpture 2018 e il J.C. Nichols Prize for Visionaries in Urban Development dell’Urban Land Institute. Nel 2019 è stato selezionato per Visions of the City, programma di ricerca della Obayashi Foundation in Giappone.
THE VINYL FACTORY
The Vinyl Factory è leader mondiale nella produzione di vinili. Il nome include un’etichetta discografica, un impianto di stampaggio di vinili, una rivista, una stazione radiofonica e un’attività di curatela/collaborazione con artisti e musicisti per lo sviluppo di nuove idee nel campo dell’arte audio-visuale.
Oltre a realizzare vinili in edizione limitata in collaborazione con musicisti e artisti, The Vinyl Factory si occupa di curare un programma site specific di esperienze audio-video presso The Store X al 180 The Strand e lavora con organizzazioni artistiche di rilievo tra cui Biennale di Venezia, Hayward Gallery, New Museum NY, Barbican, Art Basel, Frieze e Serpentine. A oggi i vinili prodotti includono: Daft Punk, Marina Abramović, Massive Attack, Róisín Murphy, Christian Marclay, Florence + the Machine, Dinos Chapman, Michèle Lamy, Thom Yorke, Hito Steyerl, Pet Shop Boys e Yussef Dayes.
Tra i progetti commissionati, Strange Days: Memories of the Future in collaborazione con il New Museum, Everything At Once in collaborazione con la Lisson Gallery e The Infinite Mix in collaborazione con la Hayward Gallery, oltre a nuove opere di artisti tra cui Ryoji Ikeda, Kahlil Joseph, Hito Steyerl, Ragnar Kjartansson, Theaster Gates, United Visual Artists e Jeremy Deller.
THE SHOWROOM
Da oltre trentacinque anni The Showroom è una piattaforma che sviluppa pratiche e idee emergenti in cui collaborazione, dibattito critico, studio e approfondimento sono parte integrante della produzione di un discorso artistico non convenzionale. Un approccio radicalmente innovativo che promuove la sperimentazione riflettendo al contempo sulla quotidianità attraverso il coinvolgimento delle comunità locali. The Showroom sostiene inoltre forme d’arte e istruzione interdisciplinari e internazionali, affermandosi come realtà di riferimento del processo di integrazione fra progetti d’arte e giustizia sociale. Tra gli artisti che hanno collaborato con The Showroom si annoverano Lawrence Abu Hamdan, Can Altay, Ricardo Basbaum, Beatrice Gibson, Lungiswa Gqunta, Subodh Gupta, Mona Hatoum, Sarah Lucas, Christina Mackie, Oscar Murillo, Uriel Orlow, The Otolith Group, Pamela Phatsimo Sunstrum, Navine G. Khan-Dossos, Ima-Abasi Okon, Emma Wolukau-Wanambwa, Denise Ferreira da Silva, Arjuna Neuman, Ciara Phillips ed Eva Rothschild. L’attuale direttore e chief curator di The Showroom è Elvira Dyangani Ose, associata al Department of Visual Cultures di Goldsmiths, al Thought Council di Fondazione Prada e all’Advisory Council della Tate Modern. Il programma dal vivo Collective Intimacy è curato dal direttore Elvira Dyangani Ose insieme all’assistente curatore Katherine Finerty di The Showroom.