È la capacità di scambiarci storie a renderci umani. Viviamo in mezzo a un guazzabuglio di racconti che si sovrappongono l’uno all’altro, alcuni profondi e compiuti, altri frammentari, tronchi, elaborati solo in parte o incompleti. Se la capacità di raccontare è la radice di ogni forma di comunicazione, di grande rilevanza è il modo in cui decidiamo di farlo – astratto e complesso, oppure semplice e diretto. Una sfilata di moda è una storia raccontata all’interno di uno spazio architettonico: una storia dentro una storia. Ma per la sfilata Uomo Prada Primavera/Estate 2018, l’impianto architettonico è stato eliminato e intorno agli elementi strutturali già esistenti dell’edificio è stato tracciato un contorno che crea una serie di cornici per le storie – apparentemente semplici ma dal grande potere evocativo – raccontate attraverso le immagini. Seguendo la logica dei racconti e dei romanzi a fumetti, tutte le superfici visibili sono ricoperte da frammenti di storie incompiute e le cornici bordate di nero create dall’architettura stessa fanno da infrastruttura alla narrazione. Persino gli ospiti, sprofondati in strutture incassate, vengono attirati all’interno del racconto, mentre i modelli sfilano su una superficie illustrata che serpeggia tra i palchetti degli spettatori. La sfilata verrà trasmessa in diretta su prada.com (e per la prima volta anche su InstagramLive) e inietterà così la propria storia in un numero infinito di altre vite lontane, attraverso fotogrammi digitali ubiquitari messi in collegamento dai social network a diffusione globale: una storia dentro una storia dentro una storia.
Nel frattempo…
