Una campagna come dialogo – Prada in conversazione. La campagna pubblicitaria Prada Autunno/Inverno 2024 evoca uno dei principi fondamentali da cui scaturisce la sua forza creativa, ovvero la conversazione e lo scambio di idee. Da sempre al centro dell’identità del marchio, la pura interazione umana è il nucleo su cui si fonda il suo concetto di moda e la base della collaborazione fra Miuccia Prada e Raf Simons. Ogni collezione Prada è in essenza un dialogo, un gioco di opinioni e prospettive in contrasto che si dipana all’interno di ogni capo e nel rapporto fra gli abiti e il pubblico. La moda è uno scambio, questa è l’ideologia che anima l’intero immaginario visivo di Prada ed è lo specchio della contemporaneità, del qui e ora.
In questa galleria di momenti rubati, Willy Vanderperre cattura una serie di interazioni intime e spontanee fra gli attori internazionali del cast. Harris Dickinson, Damson Idris, Yili Ma, Hunter Schafer e Letitia Wright comunicano e si confrontano, di persona o per telefono, dando vita a immagini che sembrano racchiudere epoche diverse della cinematografia, dal cinema narrativo al documentario verità. Il copione nasce dalla penna della regista, artista e scrittrice americana Miranda July, che più volte nel suo percorso ha esplorato l’idea del dialogo e dei legami che si creano fra le persone attraverso il linguaggio.
La campagna sconfina nella realtà, non solo osservando ma stimolando il dialogo come azione: una serie di carte di conversazione, scritte da Miranda July, propongono argomenti da discutere tra amici. Nei video di accompagnamento, diretti dal regista di documentari candidato all’Oscar Garrett Bradley, July stessa è una protagonista invisibile, la cui unica presenza è la voce che racconta pezzi di storie immaginarie all’altro capo del filo. Nelle foto come nei video, i dialoghi hanno il fascino seducente dell’irraggiungibilità: guardandoli, cogliendone solo dei frammenti, si spalanca la possibilità di inventare le parti mancanti.
L’immaginario della campagna è diretto e informale, semplice e autentico: riflette i gesti e gli impulsi più innati dell’essere umano, quali il bisogno di relazionarsi, di esprimere opinioni, di ascoltare e imparare. Parlarsi è un’attività collettiva. I singoli protagonisti si trasformano in un gruppo, unito dallo scambio di idee, dalle armonie reciproche – l’’individualità diventa pluralità. Stare insieme, comunicare significa creare.